- 27 settembre 2023
- Postato da: studimpresa
- Categoria: Il nostro Blog, In Primo Piamo
L’Italia e’ sempre più il paese dei condoni, infatti dopo la chiusura dei termini del condono Equitalia , il nostro governo sta pensando anche ad un condono fiscale , così da premiare gli evasori.
Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e Vice-Premier Matteo Salvini rilancia. Dopo la proposta di un condono edilizio volto a sanare i piccoli abusi scaturiti da “variazioni non essenziali” si fa avanti con una nuova sanatoria: il condono fiscale. L’idea è quella di una nuova rottamazione per spingere i debitori del fisco a saldare una percentuale di quanto dovuto stralciando il resto del debito. Il riferimento sarebbe alle sole cartelle fino a 30 mila euro.
La strategia si fonderebbe quindi sul favorire l’adempimento spontaneo dei ‘piccoli’ evasori raggiungendo una sorta di compromesso col fisco.
Un modo, questo, per fare cassa, trovando risorse per la legge di bilancio anche attraverso questo éscamotage. Vediamo di seguito di conoscerne maggiori dettagli.
L’ipotesi su cui il leader leghista è tornato a fare pressioni consisterebbe in una pace fiscale circoscritta ai debiti fino a 30.000 euro. Questi ultimi, col condono fiscale, potrebbero essere eliminati in parte mediante il pagamento di una percentuale del debito al fisco (si sta pensando al 10%), senza aggiungervi sanzioni nè interessi. Un nuovo ‘saldo e stralcio’ dunque.
Non è chiaro ancora se le limitazioni precedenti verranno mantenute o se la platea di coloro che potranno richiedere questa agevolazione sarà allargata. In ogni caso secondo Salvini replicare questo meccanismo costituirebbe un’azione di “buonsenso” in grado di aiutare coloro che hanno dichiarato il debito ma non sono stati in grado di pagare le tasse. Allo stesso tempo, permetterebbe allo Stato di recuperare fondi che altrimenti rimarrebbero inesigibili.
Ma c’è dell’altro. La sanatoria in questione potrebbe essere estesa solo a chi ha redditi imponibili compresi entro una certa soglia. Si starebbe pensando nello specifico a un imponibile Irpef compreso tra i 40 e i 50mila euro di media negli ultimi quattro anni. Al riguardo però non si hanno ancora certezze, e si parlerebbe anche di prendere in considerazione un ISEE entro i 25 mila euro. Tutto è quindi ancora da definire se dovesse passare.
Se però il condono fiscale fosse così impostato potrebbe favorire chi ha visto le proprie entrate diminuire negli ultimi anni per effetto della pandemia, evitando al contempo di favorire i ‘furbetti’ che al contrario non versano in una situazione di difficoltà economica.
Nel frattempo la proposta di Salvini sta facendo discutere, e non sembra mettere d’accordo tutti, nemmeno all’interno della stessa compagine governativa.
Il problema secondo molti risiederebbe a monte. La riforma fiscale che il governo dovrà portare a termine entro fine legislatura dovrebbe aiutare a semplificare ogni aspetto burocratico e di comunicazione tra cittadini e fisco, e se poi si aggiunge il discorso sul taglio del cuneo fiscale, dell’ampliamento della no tax area e della detassazione delle tredicesime è chiaro che una minore pressione fiscale sui contribuenti ridurrebbe anche i casi di evasione fiscale. E di questo parere sono molti professionisti, tra cui la presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano Marcella Caradonna, che da sempre reclama “un diverso rapporto fra contribuente e Stato attraverso una semplificazione e una riduzione delle norme“.
Si è dichiarato contrario al condono fiscale il presidente dell’Istituto nazionale dei tributaristi Riccardo Alemanno, convinto che con questa ennesima sanatoria si vada a vanificare il lavoro dei professionisti, sebbene proprio la farraginosità del sistema sia l’alibi che giustifica sanatorie e condoni. E sulla stessa linea della contrarietà anche il viceministro all’Economia e alla Finanza, Maurizio Leo: “Stiamo cercando di cambiare rotta, la flat tax è un’obiettivo di legislatura“. In buona sostanza prima di concentrarsi sui condoni si sta attendendo l’esito della rottamazione quater. Tra ottobre e novembre infatti si potrà capire se sarà andata a buon fine o se sarà l’ennesima rottamazione fallita perché prevede poche rate, troppo alte e troppo ravvicinate.